LE UOVA

Con la sola dizione di UOVO ci si riferisce a quello di gallina. Se di altra provenienza deve seguire la dizione anche la specie di appartenenza. L'uovo ha un alto valore nutritivo e viene digerito in tempi diversi a seconda del tipo di cottura (ad esempio alla coque impiega 1:45' mentre sodo o in frittata impiega 3 ore). La composizione alimentare (guscio escluso perché non edibile) è la seguente:

 

ALBUME

TUORLO

ACQUA

86,6%

50,9%

PROTEINE

11,6%

16,2%

GRASSI

0,2%

31,75%

altro

1,6%

1,15%

La freschezza di un uovo va dai 4-5 giorni in estate a 10-12 giorni in inverno se conservato a temperatura ambiente. La freschezza si può valutare a guscio intatto immergendolo in una soluzione di acqua(90%) e sale(10%): se va a fondo è fresco. Una volta rotto il guscio l'uovo si può ritenere fresco se il tuorlo risulta con forma globosa e l'albume si presenta fluido all'esterno e compatto verso l'interno. La classificazione merceologica è prevista in base alla qualità

  • CATEGORIA "A", deve essere intatto, mai refrigerato, e la cuticola non deve superare i 6mm (l'ampiezza della cuticola è indice di freschezza); se entro i 4mm si definisce EXTRA (max per 7gg);
  • CATEGORIA "B", deve essere intatto, può aver subito trattamenti per la conservazione, la cuticola non deve superare i 9mm;
  • CATEGORIA "C", deve essere intatto, può superare i 9mm di cuticola; viene utilizzato dall'industria alimentare;

ma anche in base al peso

  • GRANDISSIME, oltre i 73g
  • GRANDI, da 63 a 73g
  • MEDIE, da 53 a 63g
  • PICCOLE, meno di 53g

TIPOLOGIE DI PREPARAZIONE E DI COTTURA

  • ALL'OSTRICA, tuorlo condito con sale, pepe, limone
  • ALLA COQUE, bollito intero in acqua salata per 3'
  • BAZZOTTO, in acqua fredda salata, bollito intero per 4-6 '
  • SODO, bollito intero in acqua salata per 8-10'
  • IN CAMICIA, aperto in acqua(2lt) e aceto (1 bicchiere), bollito per 3'
  • IN COCOTTE, a bagno maria per 8-10' in cocotte unta e cosparsa di sale e pepe
  • STRAPAZZATO, sbattuto con latte sale e pepe e cotto a bagno maria formando una crema
  • FRITTO, aperto in padellino e cotto per 2'
  • FRITTATA, sbattuto con sale pepe e burro fuso, cotto in padella da entrambe le parti
  • OMELETTE, simile alla frittata, si piega in tre lasciando la parte interna più cremosa

Al di là della classificazione merceologica, l'uovo che ci interessa è quello che dà caratteristiche organolettiche che dobbiamo valutare. Un ruolo ancora più importante lo giocano le componenti che si abbinano all'uovo, in quanto raramente si associa un vino ad un uovo nudo e crudo (ad esempio l'uovo all'ostrica è condito con il limone che con la sua forte componente acida ne esclude di fatto l'abbinamento).
Le sensazioni che riscontriamo nell'uovo e nelle preparazioni in cui l'uovo è la base sono il grasso e la tendenza dolce, senza fare distinzione tra tuorlo e albume. C'è nell'uovo una lieve aromaticità che però scompare in confronto agli aromi che si abbinano.

Non tutti sanno...

La Marmellata

Nel corso dei secoli, intorno all’origine della marmellata, numerose sono le storie fiorite. Secondo una delle più note risalirebbe in particolare a Caterina d’Aragogna l’invenzione della marmellata d’arance. Una volta sposato il re d’Inghilterra Enrico VIII, pare, infatti, che solo grazie alla dolce creazione la regina spagnola riuscì a superare la terribile nostalgia verso i frutti della sua terra. Un’altra curiosa leggenda vede protagonista invece la regina Maria de Medici. Dopo il matrimonio con Enrico IV, Maria si trasferì in Francia seguita a ruota dal corteo privato di cuochi, pasticceri e gelatieri toscani. Fu in occasione di una forte carenza di vitamine (in particolare la C), diagnosticata dal medico alla regina, che alcuni uomini della corte furono mandati in Italia a recuperare gli agrumi più pregiati dell’epoca, ovvero quelli di Sicilia. La strada di ritorno per Parigi però, specialmente a cavallo, era troppo lunga. Per conservare al meglio la frutta, furono, quindi, preparate delle apposite casse contenenti marmellata, che recavano la scritta “per Maria Ammalata”. Di lì alcuni andarono a leggere sulla cassa “poir Maire ammalate”, “por marimalade – marmelade”.

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