Alici di menaica
C’è un’antichissima tecnica di pesca, un tempo diffusa su tutte le coste del Medi...
Il fine pasto piemontese di un tempo contemplava le paste di meliga inzuppate in un bicchiere di Barolo, mentre oggi – poco filologicamente – molti ristoratori le servono abbinate allo zabaione caldo, che i nostri anziani preferivano consumare lontano dai pasti, per il suo alto valore energetico. Le troverete più o meno in tutti i bar della regione, per non parlare delle pasticcerie che quasi non potrebbero considerarsi tali senza questi dolcetti gialli, croccanti, profumati e dall’impasto non troppo fine, in quanto la grana della farina di mais si deve sentire sotto i denti. Il guaio è che quasi più nessuno le confeziona come si preparavano un tempo in famiglia, subito dopo aver fatto il pane: mescolando farina di frumento e di mais, aggiungendo burro, uova e zucchero e ottenendo forme svariate: rotonde, bislunghe o a mezza luna.
Il Presidio ha focalizzato la sua attenzione sulle paste di meliga monregalesi, prevedendo che siano preparate secondo criteri tradizionali: zucchero, burro, uova fresche e farina bianca e di mais integrale macinata a pietra. Niente margarina, né aromi o conservanti. Otto produttori del Monregalese si sono riuniti in un consorzio, che ha a disposizione un marchio per distinguere le proprie paste di meliga. Ma, soprattutto, è stata ricostruita una filiera all’insegna dell’alta qualità: alcuni contadini hanno reintrodotto l’antico mais ottofile ed è stato riattivato un mulino a pietra per la sua lavorazione.
Presidio sostenuto da
Beppino Occelli, Consorzio per la tutela e la promozione delle paste di meliga
Responsabili del Presidio
Gianni Ferrero, tel. 0174 47296 - 335 6814854
Barbara Grigolon, tel 0174 43564 - info@leviedelmonregalese.com
Zone di produzione: Comuni del Monregalese (provincia di Cuneo).
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
19:30 - 00:00
Classificazione:
Le paste di meliga devono essere gialle, croccanti, solubili in bocca, non untuose né dolciastre, con la granella della farina di mais macinata a pietra avvertibile durante la masticazione. Nel finale si deve percepire una lieve sensazione di tostatura. In alcuni casi le paste sono aromatizzate con scorza di limone, vaniglia o miele. Nessuno di questi aromi deve prevalere.
Tradizionalmente erano bagnate nel vino rosso (anche di struttura), ma oggi un gusto più moderno le preferisce abbinate a un classico Moscato d’Asti, anche passito (come il Loazzolo o il Moscato Passito della Valle Bagnario di Strevi).
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org